Consiglio del mese
Nella nostra rubrica mensile trovi consigli e accorgimenti per affrontare meglio diversi disturbi o malattie.
Come ridurre la sudorazione
La sudorazione: capire il fenomeno
Perché sudiamo? Cos’è il sudore? La sudorazione è un fenomeno naturale e fisiologico di cui spesso si ignorano le cause. Scopriamo perché esistono tante false convinzioni sull’argomento e cosa si può fare per controllare il sudore.
Cos’è il sudore?
Il sudore è un liquido trasparente composto soprattutto da acqua in cui sono presenti proteine, grassi, ammoniaca e numerosi sali minerali. Viene prodotto dal nostro organismo prevalentemente attraverso le ghiandole sudoripare che si attivano su tutta la superficie corporea in risposta a determinati stimoli, primo fra tutti l’aumento della temperatura oltre i 29°C.
Ciascuno di noi possiede circa tre milioni di ghiandole sudoripare distribuite in maniera non uniforme su tutto il corpo, che funzionano a intermittenza, alternano cioè periodi di quiescenza a periodi di attività e, perfino nelle fasi di massima sudorazione, la metà delle nostre ghiandole risulta inattiva.
La sudorazione risente notevolmente delle condizioni climatiche: il clima caldo secco la favorisce, mentre quello caldo umido la ostacola; ciò spiega perché in presenza di umidità elevata proviamo una sensazione di disagio.
Perché si suda?
La sudorazione è controllata dal sistema nervoso autonomo, lo stesso che governa il battito cardiaco e la respirazione, che ha il compito di ricevere, elaborare e trasmettere gli stimoli che provengono dal mondo esterno inducendo le ghiandole sudoripare a produrre il sudore.
Non si suda soltanto perché fa caldo. La sudorazione è influenzata da numerosi fattori:
- la predisposizione individuale;
- la presenza di alcune patologie come la febbre o alcune malattie del sangue;
- l’aumento della tensione emotiva;
- lo sforzo fisico;
- la menopausa;
- altre condizioni che richiedono di dissipare il calore in eccesso per mantenere la temperatura corporea in condizioni fisiologiche, ovvero intorno ai 37°C.
Quando la temperatura corporea tende ad aumentare, il calore della pelle determina l’evaporazione del sudore, che sottrae calore al corpo. L’evaporazione del sudore è in grado di abbassare la temperatura della superficie cutanea impedendone così il surriscaldamento. Basti pensare che il passaggio di un grammo di acqua dallo stato liquido a quello di vapore attraverso la sudorazione sottrae al nostro corpo circa 0,6 kilocalorie.
Da cosa dipende il cattivo odore?
Sudare non vuol dire di per sé emanare un odore sgradevole. Si manifesta infatti quando è presente la flora batterica, soprattutto nelle zone ricoperte da peli, nelle pieghe cutanee come l’area sottomammaria o nella regione plantare, in particolare se si utilizzano scarpe che non lasciano traspirare adeguatamente il piede.
L’odore pungente e acre del sudore può inoltre manifestarsi durante particolari fasi dello sviluppo, come la pubertà e la menopausa a causa dell’alterazione del normale equilibrio ormonale. È possibile prevenire ed eliminare i disagi legati alla sudorazione ricorrendo all’utilizzo di creme deodoranti e anti-traspiranti che abbiano una lunga durata d’azione.
Consigli pratici e rimedi
Le azioni da intraprendere per combattere e ridurre questo naturale ma fastidioso problema sono molteplici. Ecco alcuni pratici e semplici consigli da seguire:
- Detergere in maniera accurata la pelle, possibilmente con l’ausilio di prodotti specifici.
- Prestare attenzione all’alimentazione evitando cibi come cipolle, aglio, spezie, cibi fritti e bevande contenenti caffeina.
- Indossare preferibilmente abiti realizzati con fibre naturali come il lino e il cotone, che consentono alla pelle di traspirare e di far evaporare il sudore ed evitare invece le fibre sintetiche come il nylon, l’acrilico e il poliestere.
- Limitare l’uso del tabacco.
- Evitare l’attività sportiva all’aperto nelle ore più calde della giornata e nel caso in cui questa sia praticata al chiuso; preferire ambienti climatizzati o areati.
- Togliere gli abiti sudati il prima possibile e lavarli accuratamente per evitare che i batter possano moltiplicarsi.
- Bere almeno due litri di acqua al giorno, soprattutto in caso di intensa sudorazione, per recuperate i sali minerali perduti e per evitare problemi del sistema circolatorio e cardiovascolare.
Infine, ricordati di utilizzare antisudoranti e antiodoranti specificamente studiati non solo per ridurre la produzione del sudore ma anche per ridurne il deflusso, anche per le pelli più sensibili, un latte deodorante e antitraspirante testato dermatologicamente.
Integratori alimentari
Scelta e uso corretto degli integratori alimentari
L’utilizzo di integratori alimentari da parte della popolazione è in costante crescita, in un’ottica di ricerca di salute, di benessere, di prestazioni sportive, lavorative e intellettive di qualità.
Ma cosa sono di fatto gli integratori alimentari? Non sono farmaci, non sono cioè chiamati a curare, ma sono prodotti da assumere per bocca in forma liquida (in fialette o sciroppi) o solida (ad esempio polveri, compresse, capsule) contenenti vitamine, nutrienti, aminoacidi, sali minerali, derivati di origine vegetale, in grado di favorire e supportare le fisiologiche funzioni dell’organismo.
Il Ministero della Salute attraverso il proprio portale fornisce alcuni consigli per un impiego sicuro, informato e soprattutto utile sul piano fisiologico degli integratori.
- Non vanno usati come sostituti di una dieta variata ed equilibrata che, di norma, fornisce tutte le sostanze nutritive di cui l’organismo ha bisogno.
- Sono complementari ad un dieta corretta, non possono compensare comportamenti alimentari scorretti.
- Consultare il medico o il farmacista se si usano farmaci o più integratori in contemporanea, se l’impiego è destinato a bambini, donne in gravidanza o che allattano.
- Sospendere l’assunzione se si notano effetti indesiderati informando il Medico o il Farmacista.
- Fare attenzione alle modalità d’uso, di conservazione e agli ingredienti riportati in etichetta soprattutto se si soffre di allergie o intolleranze.
- Accertarsi che gli effetti indicati in etichetta rispondano effettivamente alle proprie esigenze, non assumerli in dosi superiori a quelle consigliate né per periodi prolungati rispetto alle indicazioni d’uso.
- Tenere presente che un prodotto non è sicuro solo perché è “naturale”: proprio per il suo profilo di attività “fisiologica” potrebbe determinare effetti indesiderati in determinate situazioni.
- Nel caso di integratori per ridurre il sovrappeso, è bene sapere che solo associando un’adeguata attività fisica e modificando le proprie abitudini alimentari si otterranno dei risultati.
È importante acquistare attraverso canali di vendita autorizzati e sicuri. Chiedi consiglio al tuo Farmacista per la scelta dell’integratore più adatto alle tue esigenze.
Alimentazione e carenza di magnesio
Il magnesio è un minerale presente nell'organismo in quantità discrete, naturalmente contenuto in molti cibi. Gli alimenti ad alto contenuto di fibre sono generalmente ricchi di magnesio: legumi, cereali integrali, verdure (inparticolare broccolo, zucca, verdure a folgia verde), semi e frutta secca.
- Contribuisce alla normale sintesi proteica, al buon funzionamento muscolare e al normale funzionamento del sistelma nervoso.
- contribuisce al normale metabolismo energetico
- contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell'affaticamento e alla nromale funzione psicologica
- contribuisce alla divisione delle cellule
- contribuisce al mantenimento di ossa e denti sani
La carenza dovuto a un basso apporto dietetico in soggetti sani è rara poichè i reni limitano l'escrezione urinaria di questo minerale. Tuttavia, assunzioni abitualmente basse o perdite eccessive dovute a sforzi fisici e a determinate condizioni di salute (anche diarrea e vomito) possono causarne un'importante diminuzione: e quindi essere causa di cattivo assorbimento del minerale.
Alcuni segnali di carenza di magnesio sono perdita di appetito, nausea, vomito affaticamento e debolezza. In cais particolari possono verificarsi intorpidimento, formicolio, contrazioni muscolari e crampi.
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"Chiedere il parere del medico o del farmacista" per molte persone può rappresentare un vero e proprio ostacolo. Soprattutto quando si tratta di malattie o disturbi che la società è solita catalogare quali "temi tabù". L'organico di una farmacia è strettamente tenuto all' obbligo di riservatezza. Affrontiamo quotidianamente situazioni di questo tipo e disturbi erroneamente considerati imbarazzanti sono a noi tanto familiari quanto un raffreddore o un mal di testa.
Antibiotico-resistenza
Cos’è l’antibiotico-resistenza.
È la capacità di un batterio di resistere ad un farmaco antibiotico. Questo tipo di resistenza può essere sia naturale (quando il batterio è naturalmente resistente ad un antibiotico), sia acquisita (quando un batterio si adatta a resistere ad un farmaco antibiotico mediante modifiche al proprio patrimonio genetico).
In Europa muoiono circa 25.000 persone ogni anno a causa di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. Il fatto che i batteri sviluppino resistenza rappresenta un naturale processo evolutivo ma questo fenomeno è accelerato e aggravato da un uso eccessivo e spesso scorretto di questi farmaci. Ogni batterio che sopravvive ad una cura antibiotica può diventare resistente alle cure successive, moltiplicarsi e trasferire la sua capacità di resistere agli antibiotici ad altri
batteri.
Attenzione! Il rischio di essere infettati da batteri antibiotico-resistenti riguarda non solo la persona che prende gli antibiotici in modo improprio ma anche coloro che saranno successivamente contagiati da quegli stessi batteri.
Quali le cause della creazione di “super batteri” antibiotico-resistenti?
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Utilizzare gli antibiotici senza che siano stati prescritti dal medico.
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Non rispettare gli intervalli di tempo tra una dose e l’altra: se ci si dimentica una dose, bisogna prenderla appena possibile. Se si è vicini all’orario della dose successiva, è meglio evitare di prendere una dose doppia.
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Non completare la cura (come prescritta dal medico) e conservare l’antibiotico avanzato per un eventuale uso futuro.
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La condivisione con altre persone degli antibiotici rimasti inutilizzati.
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L’assunzione di antibiotici per curare infezioni virali (es. raffreddore o influenza) contro cui sono inefficaci.
Come si diffonde l’antibiotico-resistenza?
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Attraverso il cibo: in particolare ortaggi concimati con materiale contaminato e animali trattati con antibiotici e che pertanto possono veicolare batteri resistenti.
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Nella comunità, i batteri possono diffondersi da soggetti trattati con antibiotici ad altre persone, soprattutto se non si seguono le comuni norme igieniche.
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In ambiente ospedaliero da paziente a paziente, attraverso il contatto con mani poco pulite o oggetti contaminati.
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I batteri resistenti possono essere trasportati o importati da altri paesi, acquisiti attraverso il cibo o l’ambiente durante il viaggio.
Quali conseguenze?
Se nel futuro gli antibiotici dovessero diventare inefficaci e si dovesse verificare quella che viene definita era “post-antibiotica”, anche le infezioni comuni e le ferite leggere curate facilmente per decenni potrebbero tornare ad essere di nuovo una minaccia per la salute. Inoltre, diventerebbe rischioso effettuare operazioni chirurgiche o eseguire trapianti, impianto di protesi o trattamenti di chemioterapia.
Pressione bassa in estate
Pressione bassa in estate: cosa fare?
Per mantenere i valori della pressione “normali” durante l’estate si può:
- mantenere l’organismo idratato, bevendo acqua per compensare i liquidi persi a causa della sudorazione. La temperatura dell’acqua dovrebbe essere fresca, non ghiacciata;
- bagnare polsi e tempie nei momenti di grande caldo, in modo da riattivare i riflessi nervosi che determinano un aumento della pressione;
- indossare abiti leggeri di tessuti traspiranti (cotone, lino, seta, viscosa…);
- bere caffè, che grazie alla sua azione vasocostrittrice, aiuta al rialzo pressorio;
- evitare l’assunzione di alcolici;
- se necessari e indicati dal medico, assumere integratori di sali minerali come magnesio e potassio, indispensabili per un corretto funzionamento dell’organismo.
Mysteriöse Kreidezähne bei Kindern
Brüchige Zähne ohne erkennbare Ursache? Immer häufiger sind Kinder von sogenannten Kreidezähnen betroffen. Was Eltern dazu wissen sollten.
Poröse Zähne, die sich verfärben und sehr schmerzempfindlich sind – einzelne Fälle der mysteriösen Zahnerkrankung MIH (Molaren-Inzisiven-Hypomineralisation) zeigten sich schon in den letzten Jahrzehnten, als eigenes Krankheitsbild wurde sie erstmals 1987 beschrieben. Inzwischen ist bei etwa jedem 10. Kind mindestens ein Zahn betroffen. Bis heute sind die Ursachen nicht geklärt.
Kreidezähne – was ist das?
Bei Kreidezähnen ist die Einlagerung von den härtenden Mineralien in den Zahnschmelz gestört. In der Medizin spricht man auch von der Molaren-Inzisiven-Hypomineralisation (MIH). Das heißt, es sind nicht ausreichend Mineralien wie Kalzium und Phosphat in den Backenzähnen (Molaren) und/oder Frontzähnen (Inzisiven) eingelagert. Sichtbar wird das, wenn die ersten bleibenden Zähne durchbrechen. Aber schon bei den Milchzähnen können erste Zeichen erkennbar sein.
Wie erkennt man Kreidezähne?
Betroffene Zähne zeigen einzelne gelbliche bis gelbbraune Verfärbungen an den Kauflächen und/oder am oberen Zahnbereich. Der Zahnschmelz ist weich und porös und kann beim Kauen abplatzen. Dann fehlt die schützende Schicht und die Zähne werden sehr schmerzempfindlich. Das zeigt sich vor allem beim Kontakt mit kalten oder heißen Speisen, beim Kauen oder Zähneputzen.
Verschiedene Ursachen?
Entscheidend für die Entstehung von Kreidezähnen ist die Zeit zwischen dem 8. Schwangerschaftsmonat und dem 4. Lebensjahr, wenn die Aushärtung der Zähne stattfindet. Die genauen Ursachen der Kreidezähne sind nicht bekannt, doch vermutlich kommen dabei mehrere Faktoren zusammen. Auch wenn der Weichmacher Bisphenol A aus Kunststoffen als Auslöser umstritten ist, lassen Studien vermuten, dass er eine wichtige Rolle spielen könnte. Bisphenol wird heute vermehrt mit der Nahrung aufgenommen, da viele Lebensmittel in Plastikverpackungen angeboten und aufbewahrt werden, die den Weichmacher enthalten.
Möglich ist auch, dass Sauerstoffmangel des Kindes bei der Geburt bei der Entstehung von Kreidezähnen eine Rolle spielt, aber auch Atemwegs- und Infektionskrankheiten sowie Antibiotikaeinnahme oder Vitamin-D-Mangel in den ersten Lebensjahren stehen auf der Liste möglicher Verursacher.
Ernährung nicht schuld
Die Ernährung zählt bei MIH nicht zu den auslösenden Faktoren. Eltern brauchen sich also keine Vorwürfe zu machen, dass sie zu wenig auf Mundhygiene geachtet haben oder dass ihr Kind eventuell zu viele Süßigkeiten gegessen haben könnte.
Behandlung beim Zahnarzt
Regelmäßige Zahnarztbesuche etwa viermal im Jahr sind bei Kreidezähnen wichtig, um die befallenen Zähne möglichst ein Leben lang zu erhalten. Der Zahnarzt wird bei der Behandlung wegen der Schmerzempfindlichkeit besonders vorsichtig vorgehen. Manchmal ist auch eine Teil- oder Vollnarkose sinnvoll.
Je nachdem wie stark die Zähne angegriffen sind, kommen Versiegelungen, Füllungen oder Teil- bzw. Vollkronen infrage. Bei den bleibenden Vorderzähnen können Verfärbungen durch Kunststoff- oder Keramikfüllungen kaschiert werden. Zudem wird der Zahnarzt einen hoch konzentrierten Fluoridlack auftragen, der zur Mineralisation beiträgt. In schweren Fällen kann es nötig sein, den Zahn zu entfernen.
Was können Eltern tun?
Kreidezähnen vorzubeugen ist schwierig, da die genauen Ursachen nicht geklärt sind. Trotz allem können Eltern einiges tun, um das Risiko einer Erkrankung möglichst gering zu halten oder Kreidezähne zumindest frühzeitig zu erkennen:
Plastiverpackte Lebensmittel meiden
Achten Sie beim Kauf von Lebensmitteln darauf, Plastikverpackungen oder mit Plastik beschichtete Verpackungen zu vermeiden. Obst, Gemüse und Brot gibt es unverpackt vor allem auf Wochenmärkten in großer Auswahl. Verstauen Sie auch im Kühlschrank Lebensmittel besser in Glasgefäßen statt in Plastikschälchen.
Fruchtmus-Beutel verbannen
Besonders ungünstig für die Zahngesundheit sind Fruchtmus-Quetschbeutel, an denen Kleinkinder oft lange nuckeln. Zum einen erhöhen sie das Risiko für Karies, da die Zähne beim Nuckeln ständig von Zucker und Säure umspült werden, die im Fruchtmus enthalten sind. Zum anderen besteht der Nuckel aus Plastik und kann chemische Stoffe enthalten, die vom Kind aufgenommen werden.
Kein Plastikspielzeug für die Kleinsten
Kinder sollten vor allem im ersten Lebensjahr kein Plastikspielzeug bekommen. Daraus können sich chemische Stoffe lösen, die nicht nur in Verdacht stehen, Kreidezähne zu verursachen, sondern auch das Hormonsystem schädigen können. Meiden Sie vor allem billiges Spielzeug, wenn es stinkt oder stark riecht. Stofftiere und Holzspielzeug sind gesunde Alternativen.
Regelmäßig zum Zahnarzt
Sobald die ersten Milchzähne durchbrechen, sollten Eltern schon einmal mit dem Kind zum Zahnarzt zu gehen, auch damit sich der Nachwuchs an die ungewohnte Atmosphäre in der Praxis gewöhnen kann. Spätestens wenn das Milchzahngebiss im Alter von 2 oder 3 Jahren komplett ist, steht eine weitere Kontrolle an, um Kreidezähne oder Karies frühzeitig zu erkennen. Wichtig ist eine zahnärztliche Untersuchung auch, wenn die ersten bleibenden Zähne und die Backenzähne mit fünf bis sechs Jahren durchbrechen.
Zähne im Blick behalten
Eltern sollten die Zähne ihrer Kinder gut im Blick haben und bei Auffälligkeiten auch außerhalb des Regeltermins mit ihnen zum Zahnarzt gehen. Je früher erkannt, umso besser kann ein Kreidezahn versorgt und geschützt werden. Zudem können Kreidezähne dazu führen, dass sich Karies stärker breitmacht. Denn wenn Kinder aus Angst vor Schmerzen das Putzen vernachlässigen oder weniger zahngesunde Lebensmittel wie Karotten und Vollkornprodukte essen, die beim Kauen Schmerzen bereiten, steigt auch das Kariesrisiko.
Zähne von Anfang an pflegen
Schon der erste kleine Milchzahn will gepflegt sein. Mindestens einmal täglich sollten Eltern eine erbsengroße Menge fluoridhaltige Kinderzahnpasta auf eine sehr weiche Kinderzahnbürste oder ein Wattestäbchen geben und die Zähne sanft reinigen. In Ihrer Apotheke gibt es schon für Babys spezielle Zahncremes mit einem karieshemmenden Wirkstoff und einem abgestimmten Fluoridgehalt. Auch um später Karies im bleibenden Gebiss zu vermeiden, ist die regelmäßige Zahnpflege wichtig. Vom kariösen Milchzahn können nämlich Kariesbakterien auf die bleibenden Zähne übergehen.
Kinder ab 2 Jahren können dann täglich 2-mal selbst die Zähne putzen. Halten Sie als Eltern einen Blick darauf, ob Ihr Kind gut mit der Zahnpflege zurechtkommt. Am besten putzen Sie Ihre Zähne mit, sodass die Kinder die Zeiten einhalten und einen Ansporn haben.
Mehr Spaß beim Putzen
Mehr Spaß macht das Putzen mit bunten Kinderzahnbürsten, zum Beispiel mit Schutzkappen in Form von Tierfiguren und Zahnpasta mit kindergerechtem Geschmack. Ganz praktisch: Zahnbürsten mit einem Gumminoppen am Griffende saugen sich einfach auf glatten Flächen wie beim Waschbecken an und werden dort schnell wiedergefunden.
Tutto ciò che serve,
a colpo d’occhio
ECG
Nella nostra farmacia è possibile prenotare ECG a riposo,Holter Cardiaco e Holter pressorio.
Tutti i referti verranno rilasciati da un cardiologo.